La stagione 1987-88 segna l’ingresso del calcio fasanese in serie C2 dopo un campionato dominato: alla guida di quella squadra c’era Elia Greco insieme agli acquisti Valeriano Prestanti e Claudio De Tommasi trascinati dall’esplosione di Vittorio Insanguine, capocannoniere dell’intera categoria (25 gol). Probabile che la compagine sfoggiasse nel 1901 una divisa composta da una maglia a bande verticali bianche e nere, abbinata a pantaloncini e calzettoni di colore nero o bianco (era questo l’accostamento cromatico maggiormente in voga tra i club italiani agli albori della disciplina), e che rimase tale anche dopo la fusione con la Libertas nel 1905 e la conseguente nascita dell’Associazione Calcio Perugia. Anche il formato “standard” degli omini Kappa sulle maniche rispetta l’armonia della maglia. Una coppia di colori non può essere messa sotto la tutela di copyright e, per esempio, non è illegale acquistare una maglia dai colori azzurro e nero. Inoltre, l’ala Raffaele Costantino, che successivamente vestirà la maglia azzurra, venne scartato dal Foggia, dopo aver giocato solo due amichevoli, la prima vinta, contro la Bagnolese, e la seconda pareggiata 1-1 con gol di Babaj su punizione, nel primo incontro assoluto contro il Napoli.
Fu un gol nel finale di Dado Pršo a consentire ai biancorossi di staccare il biglietto per il Portogallo. Sfumato il ripescaggio (che non favorisce nemmeno il Bisceglie), per la stagione successiva Legrottaglie allestisce con mister Giovanni Campari una formazione di giovani promettanti, tra i quali spicca un certo Vito Curlo, il quale l’anno dopo segue Campari al Bisceglie e poi passare al Bari. Durante la prima stagione della presidenza Massimino (1969-1970) il Catania centra la promozione in Serie A, avvenuta grazie al terzo posto, ma nel successivo campionato di massima serie gli etnei non riescono a salvarsi. Nel 1951 l’Úrvalsdeild, la massima divisione calcistica islandese, incoronò per la prima volta campione un club di una città diversa da Reykjavik, l’ÍA. Al termine delle qualificazioni al campionato d’Europa del 1964, gli islandesi continuano comunque con altre partite ad alto rischio attraverso il torneo di qualificazione per i Giochi olimpici di Tokyo 1964. Nel settembre 1963, contro la nazionale olimpica del Regno Unito, l’Islanda fu sconfitta in casa per 6-0 all’andata, poi per 4-0 al ritorno: fu una grande delusioni dopo i progressi mostrati nel 1962 contro l’Irlanda. Croazia ottenne la qualificazione al mondiale eliminando con autorevolezza la Grecia (4-1 in casa e 0-0 in trasferta).
Marković guidò la nazionale solo in una partita, quella vinta in casa contro l’Ucraina nel giugno 1993. Nel febbraio 1994 fu esonerato e rimpiazzato un mese dopo da Miroslav Blažević. Il contratto biennale di Barić, che terminava nel giugno 2004, maglie calcio economiche non fu rinnovato. Pur nata nel 1990, dopo l’indipendenza dalla Jugoslavia, la federazione croata fu affiliata alla FIFA solo due anni dopo; il primo incontro ufficiale della nazionale è una sconfitta contro l’Australia (0-1) del maggio 1992. Rappresentative non riconosciute dalla FIFA sono quelle della Banovina di Croazia, che nel 1940 disputò il primo incontro con i colori nazionali, e quella dello Stato Indipendente di Croazia, paese fantoccio dell’Italia fascista e della Germania nazista. Impossibile non citare il Cile e la famosa Battaglia di Santiago, rivalità sorta e finita in quell’anno dopo un’inopportuna campagna mediatica della stampa italiana nei confronti della città capitale cilena che suscitò aspre polemiche nello Stato sudamericano, accrescendo notevolmente la tensione prima della partita, terminata poi in maniera decisamente poco felice.
La nazionale islandese disputa i propri incontri casalinghi nello stadio Laugardalsvöllur di Reykjavík, impianto casalingo anche del Fram, club della capitale. Firenze e il quinto stadio italiano per capienza. In pratica i giocatori – atleti, studenti e lavoratori – avevano l’abitudine di ritrovarsi al campo di Piazza d’Armi prima e allo Stadio della Rondinella poi per gli allenamenti, consistenti in partitelle e corse di velocità e/o resistenza, spesso sotto il coordinamento del capitano della squadra. In alternativa sono impiegati stadi di altre città, come lo stadio municipale di Poljud di Spalato, lo stadio Cantrida di Fiume, lo stadio Gradski vrt di Osijek e lo stadio Varteks di Varaždin. I calciatori della Croazia sono soprannominati Vatreni («i focosi») o Kockasti («scaccati»). Degli oltre 600 tifosi pronti a partire per la Sicilia, i fortunati ad assieparsi sui tre gradoni del “Nino Bottino” sono poco più di 250 sorvegliatissimi dalla polizia, mentre il resto della città seguiva la radiocronaca di Radio Diaconia.
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